Gli alieni
alieni

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Apparvero all’improvviso, e senza esitazione il mio pensiero andò agli alieni.

Nessun dubbio stavolta.

Essi ci sono, pensai.

Essi parlano.

Essi lasciano segni disseminati sui nostri terreni e sul nostro cammino.

Non trovai altra spiegazione che fosse più razionale, quando comparvero i giganteschi ed inquietanti tabelloni lungo tutte le strade della provincia.

Vi erano impresse facce apparentemente umane, dalle espressioni pacate, rassicuranti, forzatamente sorridenti.

Allora ci auguravano buone feste, buon anno, buon tutto e statemi bene.

Furono furbi, gli alieni.

Il Natale era alle porte e noi, gli umani, eravamo distratti da altri impegni che in quel periodo si rinnovano in nome di Gesù, o Babbo Natale o Maria De Filippi, che per molti sono la stessa cosa.

Non ci curammo di quelle facce, né dei messaggi subliminali che già quelle espressioni emanavano. Pensammo al Natale, appunto, e ci tenemmo i loro auguri sorridenti.

Non erano d’altronde meno falsi di quelli spesso ricevuti da umani come noi.

Si, io provai ad interrogarmi, ma si sa, a farti domande sull’assurdo si finisce pazzi, oppure mistici.

Così dimenticai.

“E alcune cose che non avrebbero dovuto essere dimenticate, andarono perdute” *

Davanti a voi io ora mi giustifico, e con me porto l’intera razza umana.

Non potevamo sapere, non avevamo strumenti. Figli, anche per questo perdonateci.

Potevamo forse immaginare che si potessero ricevere auguri di Natale da alieni che poi si sarebbero addirittura candidati alle elezioni? Le elezioni? Ma perché, quando ci sono? Nemmeno adesso lo so di certo. Anche questo io confesso. Non lo so. Sparatemi.

Sino a quel momento la politica ci aveva abituato a tutto, e limiti oscuri erano già stati superati a piedi pari. Ma a questo non fummo pronti.

“Antipolitici” – Un tempo venivamo chiamati così con scherno. Noi che non credevamo al gioco, noi qualunquisti che dicevamo “tutti uguali”. Noi che non votammo.

Ecco, nemmeno noi consapevoli eretici eravamo preparati a quest’attacco.

Tutto, ma non gli alieni.

Passò il Natale, questo lo ricordo, ed i manifesti aumentarono. Le facce ed i nomi erano gli stessi ed ora per ogni chilometro di strada percorsa ne vedevi almeno una decina. Da impazzire.

Impossibile ignorarli. Nemmeno per noi avvezzi ad abbassare lo sguardo alle pubblicità. Noi patetici consumatori critici che spegnevamo radio e tv alla recalme, che non accettavamo pop-up dalla rete, che giravamo gli occhi altrove mentre il sito ci voleva far vedere 5 secondi di spot “prima di indirizzarci alla pagina richiesta”. Impossibile stavolta opporre resistenza.

Per resistere avremmo dovuto passeggiare, guidare, vivere ad occhi chiusi. Saremmo morti. Ora perdonateci per essere ancora vivi.

Così li vedemmo. Li lasciammo entrare. Chilometro per chilometro, sorriso per sorriso, ditino alzato per ditino alzato, sguardo fiero al futuro per sguardo fiero al futuro.

Prima apparvero i pezzi grossi, astronavi madri. Poi giunsero i gregari di paese, le navicelle da ricognizione, i falsi bersagli, i diversivi alati, le avanguardie kamikaze, i droidi guastatori e svariati cloni autoriesumati da vecchie tornate elettorali. Gli alien-zombies. I più pericolosi. Quelli che nessuno se lo aspetta e poi finiscono per vincere.

Per fortuna ho dimenticato, per fortuna il mio cervello è andato. Ho in me solo pochi frammenti dolorosi.

C’era quello del partito blu, vestito di blu e sempre in tiro. Quello della parola sviluppo, quello del fare. Il rassicurante. Il duro. Il professionale. I suoi manifesti avevano sfondi di grandi distese, di aziende, di cieli limpidi.

C’era quello del partito bianco, vestito alternato, ora bene ed ora casual, per prendersi così sia i grandi che i piccoli umani. Giocava col suo cognome per un territorio più fico, più fantastico. Non ricordo. I suoi manifesti erano costellati di comparse giovani, gommose e sorridenti.

C’era quello del partito dal colore indefinito e cangiante. Ora granata, ora rosso pastello. Gli sfondi del partito cangiante erano semplici, verdi, genuini. Umani. Anche per questo da tempo ed in modo ricorrente ci fregavano. Mandavano avanti un giovane con la faccia simpatica. Chiamava tutti ad un vediamoci, un prendiamo qualcosa insieme.

Non ricordo. Non ricordo. Non ricordo.

Ricordo che il 26 febbraio lo chiamai, in un disperato tentativo di infiltrarmi nelle maglie della loro artiglieria, ma la casella era piena. Maledizione!

Tentare un contatto con Facebook?

A questa prospettiva alcuni di noi preferirono più onorevolmente il suicidio.

Dannati alieni. Li pensammo tutti umani. Questo fu l’errore.

Ora che è troppo tardi e che non posso chiedere perdono ai figli

io qui chiedo pietà agli alieni

Alieni, ora che avete vinto, vi prego.

In futuro risparmiate almeno i nostri poveri sguardi.

Non fateci, vi scongiuro, gli auguri di Natale, di Pasqua, di San Cirillo sorano, San Silverio o santa Restituta.

Non serve, alieni.

Credete davvero che vi si voti per le dimensioni o per la quantità dei vostri manifesti? Per i vostri sorrisi, sguardi e ditini alzati in direzione dello sviluppo? Per le comparse da pubblicità comprate al mercato dell’advertising? O peggio per i facili slogan che vi sono impressi a carattere 800?

Sviluppo, territorio, fare. Ma fatemi il piacere o dematerializzatemi qui, con i vostri laser a protoni multipli.

Non serve, alieni.

Noi siamo fatti di materia più semplice.

Noi vi amiamo più di quanto immaginiate. Noi vogliamo già da tempo essere come voi.

Per cui risparmiate sforzi e spese inutili, risparmiate le nostre strade, i nostri muri, i nostri luridi cassonetti.

Non trasformate i nostri campi in piste da atterraggio di giga-manifesti.

Non iniziate a mandarci mega-messaggi 6 mesi prima delle elezioni.

Inizialmente avevo pensato di interessarmi della questione in modo serio, ed informarmi circa leggi, regolamenti, disposizioni che limitassero il degrado del paesaggio ad opera della pubblicità, elettorale e non. Ma poi una fragorosa risata di  pazzia ed un lampo di realismo mi hanno ricondotto alla ragione. Ma che vuoi informati? Dove? Chi credi ti ascolterà?

Ecco, otterrò lo stesso risultato aiutando voi nella strada della sintesi e dell’efficienza della comunicazione.

Dato che spendete patrimoni in pubblicità in cambio di probabilità di potere, sappiate che è ancora molto diffuso, oltreché a buon mercato, il voto di scambio ed il rapporto tra l’investimento ed il ritorno in termini elettorali non è assolutamente paragonabile.

Per qualche euro, una bolletta da pagare, un cellulare penultimo grido, troverete senz’altro tonnellate di validi sostenitori.

Il nostro pianeta funziona così. Informatevi o anche voi sarete spazzati via, stavolta da altri alieni più furbi, più scaltri, più moderni di voi.

* la frase è tratta da “Il Signore degli Anelli” – di J.R.R. Tolkien”

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