Finalmente dopo lungo chiamare, un po’ prima dell’alba, è arrivato Dio. Maglietta bianca sporca, capelli legati, puzzava di sudore.
Mi trova la in ginocchio nel silenzio del crepuscolo e mi fa “si può sapere che hai da urlare tanto da un’ora?”
“Cazzo sono giorni che ti chiamo”, gli dico senza nemmeno guardarlo in faccia.
“Oh coso ti do l’aria di uno che arriva da una passeggiata?”
Mi accorgo solo ora che ha il labbro spaccato, “guarda mi spiace che t’hanno pestato anche oggi ma se sei venuto a sfogarti solo perché è un’ora che urlo t’avviso che finisce a cazzotti anche con me.”
Lui sospira, fa una delle sue solite pause, “mi offri mezzo toscano?”
“Prenditelo, sai dove sono. Versati anche una genziana che hai l’aria di uno che ne ha bisogno. Anzi versane due”.
Lui si presenta con un due mezzi toscani e due genziane, “dai alzati adesso che altrimenti mi fai saltare i nervi”.
Io mi alzo fingendo di non provare dolore alle ginocchia indolenzite dalla lunga posizione.
Lui mi sorride, “io adesso vorrei tanto divertirmi a chiederti che c’è ed a sentirti raccontare una storia che conosco bene.”, poi fa una pausa, accende il toscano, alza il bicchiere con la genziana che dondola sul bordo “invece voglio solo brindare al tuo cuore caldo,ingenuo, aperto e… così incline a… credere”.
Butta giù la genziana con un sorso “Enzo però adesso basta. Tempo di un sigaro poi fatti una doccia che c’è tanto da fare”.
Io sospiro sorridendo, svuoto il mio bicchiere con un sorso, “cazzo è impossibile discutere con te”.
Lui sbotta a ridere “si, me lo dicono tutti. Senti ma posso fare la doccia prima di te che vado di corsa? Ah… non è che ti avanza una maglietta bianca?”
Più fallace di ogni altra cosa è il cuore e difficilmente guaribile; chi lo può conoscere? Gr 17:9