Ciao, venerdì è tempo per i 5 punti luce della mia settimana che voglio condividere con te. Questa settimana parliamo di ascolto e comprensione.
L’opera d’arte in cui mi sono immerso
Ascoltare gli altri. Comprenderli. Difficile. Difficilissimo. “In flagella paratus sum” è il titolo della statua di Jago – uno degli scultori contemporanei più apprezzati – che raffigura un migrante.
E come un migrante la statua ha vagato in diversi luoghi: la nave Ocean Viking, la Basilica di San Pietro fino al ponte di Castel Sant’Angelo dove è stata danneggiata da vandali, prima con la rottura della mano destra poi con la spaccatura all’altezza delle tibie.
Il marmo nero danneggiato ci ricorda assieme al titolo dell’opera – che in italiano significa “Sono pronto al flagello”, passo del Salmo 37 – che senza comprensione dei drammi umani non andremo da nessuna parte. L’atto vandalico, giustamente condannato, è di per sé un’estensione di quest’opera.
È stata volutamente lasciata alle intemperie, come gli esclusi – quei migranti che vediamo sbarcare sulle coste di tutta Europa -, e alla mercé di altri umani che potevano decidere come agire: proteggere, ignorare o distruggere? La risposta, in quel marmo danneggiato, è emblematica quanto inquietante.
La canzone che mi ha accompagnato
“Tu mi hai capito” di Madame e Sfera Ebbasta è una canzone sull’amore e sulle relazioni onesta come poche. Non esistono iperboli o drammi ma la reale difficoltà di due persone che si amano e giorno dopo giorno imparano a conoscersi tra gli alti e i bassi di una relazione. Difficile trovare un concetto di amore diverso da questo. Se tutto diventa scontato che amore è? Se ci si ancora dietro posizioni granitiche non accettando il cambiamento che amore è?
“Pure se mi vedi poco, tu mi hai capito
E pure se ti vedo poco, tutto ho capito
A furia di cercarti per il mondo
L’ho conosciuto a fondo e l’ho dato a te”
Il libro che sto leggendo
“Dove sei mondo bello” di Sally Rooney è un romanzo di formazione ai sentimenti. Non esiste LA protagonista o IL protagonista. Gli amici Alice, Eileen e Simon nei turbolenti trent’anni devono fare i conti con i loro sentimenti – quello di Alice verso il magazziniere Felix e quello burrascoso tra Eileen e Simon – e le loro paure.
La storia si sviluppa tra scambi epistolari e pulsioni che portano i 4 protagonisti ad interrogarsi su loro stessi, ad ascoltarsi e a provare ad immaginare un “mondo bello” dove tutti gli scheletri possono stare fuori dagli armadi e dove i 4 possono, finalmente, individuare il proprio posto nel mondo.
L’articolo che ha attirato la mia attenzione
“Per indirizzare gli studenti serve un modello nuovo” di Christian Raimo e Marco Romito , pubblicato su L’Essenziale il 2 dicembre 2022.
La citazione su cui ho riflettuto
“Un amico serve quando hai torto. Quando hai ragione non serve a niente” Bear (Sam Melville) da Un Mercoledì Da Leoni (1978).
La bellezza della luce sta nella possibilità di essere riflessa e sparsa con abbondanza per illuminare sempre di più. Per questo, per portare contenuti sempre più pertinenti ed interessanti aspetto un tuo feedback sul punto luce che più ti ha colpito o meno.
Buon fine settimana.
Kalipè
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