La liberazione dai totem… per un percorso di ricerca della serenità
Ode all’ozio che butta via tossine, inutilità, paura di non farcela e mille altre frenesie. L’ozio sospende il tempo e ti ricorda che il mondo gira anche senza i tuoi salti mortali. (Fabrizio Caramagna)
Vivere una vita piena ed appagante, in una società iperattiva e frenetica rappresenta una delle sfide più difficili da perseguire, in quanto ci sono una serie di variabili da gestire e distorsioni semantiche da confutare e superare.
La prima contraddizione da confutare è l’erronea ma diffusissima convinzione che un’esistenza scandita da ritmi e routine serrate, che esondano come un fiume in piena sul nostro tempo sia sinonimo di un arricchimento interiore e di un percorso di crescita appagante.
Idea questa che risente delle logiche del rampantismo economico degli anni 80’, celebrato ed elevato a modello in numerose pellicole cinematografiche, ma che in sostanza nasconde spesso l’incapacità o la paura di vivere il tempo e le opportunità che sono presenti, in favore di un meccanicistico e messianico consumo di energie psicofisiche e di momenti di vita, risorse preziose di cui siamo i custodi e/o amministratori delegati.
La seconda contraddizione è la percezione negativa del concetto di ozio: l’etimologia latina otium indicava un lasso temporale straordinario che veniva dedicato ad attività ricreative e di arricchimento personale; una zona franca e di sperimentazione sganciata ed anzi contrapposta al quotidiano negotium, ovvero alle attività lavorative e relative preoccupazioni che frustravano ogni speculazione intellettuale e esplorazione interiore.
Purtroppo, il concetto di ozio creativo, seppur riconosciuto come una fase da coltivare e difendere da contaminazioni e distorsioni concettuali, è stato stritolato ed ingabbiato dentro una cornice negativa: un non agere, una pigra ed improduttiva attitudine, il sintomo dell’incapacità di imporsi ed affermarsi nella società iper tecnologica.
In sostanza l’ozio è visto come un mostro che divora il tempo e spreca le risorse, non come un’oasi dentro la quale ricaricarsi e mettersi in discussione, cercando anche altre vie e modalità di relazionarsi con la realtà.
Infine i totem che scegliamo consapevolmente e che guidano ed influenzano in maniera perniciosa le nostre scelte di vita.
Nel bombardamento comunicativo siamo sommersi da modelli che ci ammiccano e seducono, in quanto ci propongono facilitazioni e scorciatoie per raggiungere un determinato livello nella scala sociale o modalità di consumo o acquisizione di beni, riservati nel mainstream mediatico dominante agli ottimati del nuovo millennio.
Il risultato tangibile, è che si abbracciano acriticamente paradigmi costruiti a tavolino e non percorsi di vita reali, sperimentati e riscontrati nella realtà fattuale, esempi da emulare che hanno gestito sacrifici, insuccessi ed al contempo conseguito obiettivi.
Un sistema sociale idealizzante ed apparentemente sicuro in luogo di un percorso con imprevisti e occasioni di maturazione, è il lascito nascosto di questi tanti totem che si innestano nel nostro io scandendone dinamiche e scelte.
Forse è giunto il momento di abbattere questi modelli e recuperare il nostro spazio, la nostra pienezza, imparando a viverci veramente…
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