Venerdì è tempo per i 5 punti luce della mia settimana che voglio condividere con te: parleremo di sogni ma anche guerra e memoria.
L’opera d’arte in cui mi sono immerso
Sfogliando vecchi libri che dovevo riordinare sono stato rapito dal dipinto “Il sogno di Ossian” di Jean-Auguste Dominique Ingres, datato 1813. Non mi soffermerò sulla tecnica pittorica, sul soggetto – un moderno Omero inventato dalla penna dello scrittore inglese James Macpherson -, né sulla storia dietro all’opera, commissionata per decorare la camera da letto di Napoleone nel palazzo del Quirinale.
Ciò che colpisce è la materializzazione dei pensieri, del sogno, di Ossian. Un evento dirompente come si può apprezzare dalla luce sfolgorante che irradia i personaggi evocati e oscura la realtà circostante.
Mi è sembrata un’immagine potentissima, di come se abbiamo un sogno chiaro e forte – nel caso del soggetto del dipinto gli eroi e le eroine di cui lui declama le imprese – siamo destinati a plasmare la realtà secondo la nostra volontà.
Il podcast che mi ha incuriosito
Il podcast “Qui si fa l’Italia”, realizzato da Lorenzo Pregliasco e Lorenzo Baravalle (esclusiva di Spotify) è un buon modo di avvicinarsi alle prossime elezioni politiche italiane.
I due giornalisti raccontano in poco meno di un’ora per episodio i momenti e i personaggi più significativi dell’Italia repubblicana: dal rapimento di Aldo Moro alla strage di Bologna, passando dalle biografie di Sandro Pertini ed Enrico Mattei, tra gli altri.
Perché per scegliere il cammino da fare in futuro bisogna avere ben presente anche la strada che si è fatta in passato.
La canzone che mi ha accompagnato
Sono 6 mesi che le notizie sulla guerra in Ucraina entrano nelle nostre case: dopo una prima fase impattante dove il conflitto era sempre in prima pagina ora il suo prosieguo sembra diventato normale amministrazione. Ecco che così mi è tornata in mente “Waiting on a war”, singolo estratto dall’ultimo album dei Foo Fighters, “Medicine at midnight”.
Questa “ballata dolorosa”, come scrissero su Rolling Stone all’epoca del suo rilascio, invita a riflettere – e anche a sfogarsi – sul fatto che aspettarsi una nuova guerra o vivere in un periodo di guerra sia normale, quando in realtà di normale non c’è niente.
La canzone si domanda incessantemente se ci sia qualcos’altro di più oltre ad aspettarsi di vedere il cielo diventare scuro e prossimo a “caderci addosso”. Ovviamente è una domanda retorica: dobbiamo solo operare giorno dopo giorno per costruire un cielo limpido di pace.
L’articolo che ha attirato la mia attenzione
“I custodi della memoria” di Francesco Erbani, pubblicato su L’Essenziale il 26 luglio 2022.
La citazione su cui ho riflettuto
“Solo gli animali senza spina dorsale hanno bisogno del guscio.” Giorgio La Pira, politico e accademico (1904-1977)
La bellezza della luce sta nella possibilità di essere riflessa e sparsa con abbondanza per illuminare sempre di più. Per questo, per portare contenuti sempre più pertinenti ed interessanti aspetto un tuo feedback sul punto luce che più ti ha colpito o meno.
Buon fine settimana.
Kalipè
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